Il Verme della Guinea è un terribile parassita alla base di un'emergenza sanitaria nei paesi poveri.
Questo Nematode vive la sua vita come parassita all'interno di altri esseri; il suo ciclo vitale è complesso, e si sviluppa in più fasi: la prima lo vede come larva ospite di un piccolo crostaceo d'acqua dolce, che funge da ospite intermedio. Non appena il crostaceo viene ingerito da un uomo che beve da acqua contaminata, la larva è libera di crescere. Giunto nell'apparato digerente, il verme sviluppato arriva sino sottopelle, dove inizia a secernere una sostanza tossica e a formare una dolorosa piaga, simile ad una vescica; in questo stadio l'animale ha l'aspetto di un lungo filamento (può arrivare a superare 1 metro di lunghezza). L'uomo infestato, dilaniato dal dolore, si recherà in una fonte d'acqua, e se essa è aperta a tutti, come un pozzo o una sorgente, contaminerà di nuovo l'acqua con le larve del verme, ricominciando il ciclo. Ancora non esistono veri farmaci in grado di vincere il Verme della Guinea, ma un passo in avanti è stato compiuto con la creazione di acquedotti; in tal modo i malati possono attingere all'acqua privatamente, senza infestare fonti d'acqua comuni e arrestandone la diffusione.
STORIA
Si crede che il caduceo, o Bastone d'Asclepio, il simbolo della medicina, derivi proprio dalla pratica dei popoli antichi di estrarre il Verme di Guinea facendolo avvolgere lentamente lungo un piccolo bastoncino. E' risaputo infatti che questa piaga era già diagnosticata molto tempo fa, e persino la Bibbia ne parla. Dal suo aspetto filamentoso e allungato è derivato il nome latino di Dracunculus ("piccolo drago", "piccolo serpente").
